Approfondimenti - L'evoluzione filogenetica della tiroide

Prof. Massimino D'Armiento

Specialista in Endocrinologia e in Medicina Interna
Professore Ordinario di Endocrinologia
Sapienza Università di Roma

L'evoluzione filogenetica della tiroide: dalle alghe marine all'uomo.

La Tiroide secerne gli Ormoni Tiroidei T3 e T4 (Triiodotironina e Tiroxina) entrambi contenenti IODIO indispensabili per il buon funzionamento del nostro organismo. Ma la tiroide dove trova questo elemento se la terra ne è povera e la maggior parte di esso è confinato nel mare?

Per rispondere dobbiamo fare un salto indietro nel tempo: la capacità di concentrare lo iodio è un fenomeno antichissimo che risale a 1,5 miliardi di anni fa e le alghe marine furono i primi organismi ad acquisire questa capacità. Quando 500 milioni di anni fa esplose la vita nel mare si svilupparono, prima con la Ciona (un tunicato) poi con i pesci, strutture e meccanismi capaci di utilizzare lo iodio. Ma fu 350 milioni di anni or sono con la comparsa degli anfibi, evoluti dai pesci e provvisti di pinne simili ad arti, che si realizza la transizione dall’ ambiente acquatico a quello terrestre; da quel momento la disponibilità di iodio si ridusse drasticamente, rendendo necessario lo sviluppo di un organo capace di concentrare e immagazzinare il poco iodio presente sulle terre emerse.

Infine, questo meccanismo si perfeziona 200 milioni di anni fa con l’evoluzione dei mammiferi e con la comparsa della specie umana in cui la tiroide assume la sua forma tipica a farfalla, situata nella parte anteriore del collo. A questo punto dell’evoluzione la tiroide è diventata una ghiandola altamente specializzata nell’utilizzare il poco iodio disponibile nell’ecosistema in cui viviamo per formare gli ormoni tiroidei indispensabili per il corretto funzionamento di tutto l’organismo.

Prof. Massimino D’Armiento
Ordinario di Endocrinologia
Università “La Sapienza” Roma