Malattie della tiroide - L'ipotiroidismo

Prof. Massimino D'Armiento

Specialista in Endocrinologia e in Medicina Interna
Professore Ordinario di Endocrinologia
Sapienza Università di Roma

L'ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una malattia molto frequente, presente in circa il 5% della popolazione con una frequenza 5 volte maggiore nelle donne, specie nell’età avanzata. Le fasi della vita in cui più facilmente si manifesta sono quelle caratterizzate da grossi cambiamenti ormonali come la pubertà, menopausa e gravidanza.

L’ipotiroidismo è una condizione in cui la tiroide non è in grado di produrre una normale quantità di ormoni tiroidei (T3 e T4 che contengono iodio). La carenza di questi ormoni che influenzano il metabolismo, la crescita, lo sviluppo comporta conseguenze diffuse per tutto l’organismo.

Le principali cause che determinano ipotiroidismo sono:

  • Tiroidite di Hashimoto: malattia autoimmune dovuta alla produzione di anticorpi verso il tessuto tiroideo che ne determina la progressiva distruzione e quindi l'evoluzione verso l'ipotiroidismo.
  • Rimozione chirurgica della tiroide
  • Uso di farmaci: antitiroidei (tapazole per la cura dell’ipertiroidismo), antiaritmici (amiodarone), litio (usato in psichiatria), interferone (per la cura dell’epatite C), inibitori della tirosin-chinasi (per la terapia di alcuni tumori), radioiodio (per la terapia di alcune forme di ipertiroidismo e di alcuni tumori della tiroide).
  • Anche la carenza dell’apporto alimentare di iodio che è il costituente principale degli ormoni tiroidei può contribuire all’insorgenza dell’ipotiroidismo.

L’ipotiroidismo all’inizio si presenta con sintomi sfumati, subdoli, facili da confondere con segnali di stress o di invecchiamento: stanchezza, disattenzione, piccole difficoltà di memoria, riduzione della vitalità sessuale, freddolosità, secchezza della pelle che diviene anelastica, si desquama e dà prurito, capelli fragili, radi e secchi, unghie scagliate con fissurazioni. A lungo andare però compaiono stipsi, aumento di peso spesso associato a turgore del volto e delle mani con gonfiore alle palpebre, i riflessi si attenuano, l’articolazione delle parole si rallenta, si ha sonnolenza, rallentamento ideativo, e può comparire una sindrome depressiva con grave compromissione della qualità di vita. Se la malattia non è riconosciuta e adeguatamente trattata compaiono alterazioni della funzione cardiaca con aumentato volume del cuore, riduzione della frequenza e della contrattilità cardiaca. Frequenti sono le alterazioni del metabolismo lipidico con aumento del colesterolo e dei trigliceridi che possono condurre a malattie delle coronarie (angina, infarto). Anche la funzione riproduttiva può essere compromessa: si ha in entrambi i sessi diminuzione della libido e nella donna i cicli mestruali sono più frequenti ed abbondanti con possibile compromissione dell’ovulazione e della fertilità

QUALCHE CONSIGLIO PER PREVENIRE L’IPOTIROIDISMO

Per il buon funzionamento della tiroide occorre avere un adeguato apporto alimentare di iodio che è il costituente principale degli ormoni tiroidei. La corretta assunzione di iodio si ottiene principalmente tramite il consumo di sale iodato, di prodotti ittici e di latte.

Il controllo della funzione tiroidea è utile anche negli adolescenti per verificarne la normalità e garantire il corretto sviluppo fisico e sessuale.

In previsione di una gravidanza è fondamentale assicurarsi il sufficiente apporto di iodio e la normale funzione della tiroide, che va tenuta sotto controllo anche nel corso della gestazione.

Poiché la frequenza dell’ipotiroidismo aumenta nelle donne con l’avanzare dell’età è utile controllare periodicamente la funzionalità della tiroide dopo la menopausa.

Prof. Massimino D’Armiento
Ordinario di Endocrinologia
Università “La Sapienza” Roma